Vittorio Sereni: 'La malattia dell'olmo'
La malattia dell'olmo
Se ti importa che ancora sia estate
eccoti in riva al fiume l'albero squamarsi
delle foglie più deboli: roseogialli
petali di fiori sconosciuti
- e a futura memoria i sempreverdi
immobili.
Ma più importa che la gente cammini in allegria
che corra al fiume la città e un gabbiano
avventuratosi sin qua si sfogli
in un lampo di candore.
Guidami tu, stella variabile, finché puoi...
- e il giorno fonde le rive in miele e oro
le rifonde in un buio oleoso
fino al pullulare delle luci.
Scocca
da quel formicolio
un atomo ronzante, a colpo
sicuro mi centra
dove più punge e brucia.
Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
- dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana – scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai.
È fatto – mormora in risposta
nell'ultimo chiaro
quell'ombra – adesso dormi, riposa.
Mi hai
tolto l'aculeo, non
il suo fuoco – sospiro abbandonandomi a lei
in sogno con lei precipitando già.
(da 'Stella variabile', Garzanti, 1981)
[ FONTE ]
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983)
[ Poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto "Linea Lombarda". Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l'8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani. ]